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Un intestino sano è il segreto per una vita in salute e felice

Ippocrate, nel 400 a.C., affermò che "la morte risiede nelle viscere”, mentre la Medicina tradizionale giapponese da sempre considera l'intestino come il "centro della forza fisica e spirituale” (hara).

L’importanza di mantenere l’intestino sano rappresenta, quindi, una delle intuizioni che guidano l’uomo e la scienza fin dall’antichità nel rispondere a uno dei nostri bisogni fondamentali: la salute.

È stato, però, solo a partire dagli inizi degli anni 2000 che l’interesse della scienza si è concentrato sulla ricerca di un possibile legame tra intestino e benessere generale.

I risultati degli studi scientifici hanno confermato le intuizioni del passato individuando delle importanti correlazioni tra intestino sano e una serie di funzioni organiche all'apparenza slegate da esso, come la risposta immunitaria, la salute mentale, il sonno, la funzionalità cerebrale e la salute della pelle.

Ma cosa bisogna fare per mantenere il proprio intestino sano e vivere felici? Mantenere in equilibrio il microbiota intestinale, un ecosistema di cui dobbiamo prenderci sempre cura per mantenere l’intestino sano e preservare il nostro stato di salute. Scopriamo insieme come!

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Cosa significa intestino sano?

Gli studi scientifici degli ultimi decenni hanno evidenziato che il tratto gastrointestinale, un lungo “tubo” che parte dal cavo orale e arriva fino all’ano, adibito al rifornimento del “carburante” necessario alla “macchina uomo” per vivere, ospita migliaia di miliardi di microrganismi come batteri, funghi e virus.

L'insieme di questi microrganismi è conosciuto come microbiota ed è proprio l’intestino che ospita la maggior parte di questa popolazione; si tratta di un vero e proprio “micromondo” descritto come un ecosistema vitale e funzionale che vive in simbiosi con l’uomo fin dalla sua nascita.

Il primo respiro di un neonato segna infatti l’inizio della colonizzazione dell’intestino da parte di un nutrito gruppo di microrganismi che, nel giro di pochi giorni, inizieranno a porre le basi per quello che, dai 3 anni, sarà il suo microbiota per tutta l’età adulta.

Questa popolazione di microrganismi scompone gli alimenti non digeriti, produce le vitamine K e B12, la melatonina e la serotonina, ci protegge dai batteri potenzialmente dannosi e svolge numerose molte altre funzioni utili alla nostra salute.

Dall’altra parte l’uomo, oltre a garantire loro un ambiente in cui vivere, fornisce a tutti questi microrganismi il nutrimento necessario. Un rapporto mutualistico che va oltre la semplice simbiosi già citata: microbiota e uomo convivono aiutandosi reciprocamente.

Il microbiota viene descritto, addirittura, come un organo ausiliario, non solo per la sua enorme attività – a livello metabolico supera addirittura quella del fegato, l’organo più attivo nel metabolismo di nutrienti, farmaci e altre sostanze – ma anche per il suo numero di cellule 10 volte superiore a quelle dell’intero corpo umano.

Tutte queste cellule sono a loro volta associate a un numero enorme di specie diverse, dalle 500 alle 1000, che costituiscono un network o ecosistema in cui convivono, comunicano e collaborano in salute, mantenendo sano e funzionale l’intestino. Ma cosa può alterare la salute del microbiota?

Fattori che alterano il microbiota e il benessere di un intestino sano

Mantenere il numero di microrganismi “buoni” superiore rispetto a quello dei patogeni naturalmente presenti nel microbiota è il presupposto per sostenere l’omeostasi di questo network, ovvero quello che molti conoscono come eubiosi o “equilibrio della flora intestinale”.

Gli esperti negli ultimi anni concordano poi sul fatto che il segreto per ottenere un intestino in salute risieda anche nella diversificazione dei microrganismi distribuiti in tutto l'intestino.

Questo permette di avere a disposizione una "squadra" resiliente e dalle risorse diversificate, che è in grado di mantenere l'equilibrio necessario, affinché l'intestino sia sempre al massimo della forma.

Abbiamo già visto che il microbiota dell’adulto matura entro i primi 3 anni d’età. In realtà, dalle evidenze scientifiche è risultato che il 40% del microbiota è definito entro i primi 3 anni di vita ma il restante 60% varia da persona a persona.

Il microbiota è stato paragonato alle impronte digitali, anche se bisogna considerare che proprio l’equilibrio di quel 60% di microrganismi è fortemente condizionato da alcuni fattori che possono influenzare lo stato di eubiosi, alterando il numero e la diversificazione dei microrganismi presenti nell’intestino.

In particolare, tali fattori sono 6. Vediamoli insieme.

#1 Età

In generale, nell’anziano la biodiversità diminuisce nel tempo. Inoltre, nei neonati e negli adulti i Bifidobatteri sono predominanti, mentre negli anziani la loro concentrazione cala.

#2 Dieta

Il tipo di alimentazione condiziona la composizione del microbiota e, in particolare, una dieta povera di frutta, verdura e in generale di fibre aumenta il rischio di alterare la diversità dei microrganismi residenti nell’intestino.

#3 Stato immunitario dell’ospite e suscettibilità alle infezioni

Siamo di fronte al cane che si mangia la coda, perché se da una parte un sistema immunitario debole è più suscettibile alle infezioni, dall’altra subire attacchi ripetuti da patogeni esterni rende il sistema immunitario ancora più debole e altera il microbiota.

#4 Motilità intestinale

La peristalsi intestinale favorisce l’eliminazione del contenuto intestinale, limitando la crescita batterica, mentre la stasi intestinale può modificare qualitativamente e quantitativamente la microflora intestinale.

#5 Stile di vita

Gli studi hanno evidenziato che sedentarietà, una vita stressante e sregolata in cui si dorme poco, fumo, alcol, sono solo alcuni elementi di uno stile di vita poco sano che si ripercuote anche sul microbiota.

#6 Antibiotici

Gli antibiotici non solo distruggono i batteri cattivi, ma anche quelli buoni, e dopo la conclusione della terapia possono essere necessarie diverse settimane per una completa ripresa del microbiota.

Ecco perché è consigliato assumere antibiotici solo se strettamente necessario, seguendo attentamente le istruzioni del Medico e associando alla terapia l’integrazione di probiotici.

Alimentazione corretta e non solo per mantenere l’intestino sano

Il microbiota di ognuno di noi, quindi, si sviluppa a partire dalla nascita ed evolve durante tutto il corso della vita, affrontando anche alcune difficoltà derivanti dall’ambiente o da uno stile di vita e alimentare scorretti.

Ci sono, però, alcuni modi per promuovere la diversificazione della flora intestinale, quali?

Alimentazione corretta

Seguire un'alimentazione varia ed equilibrata, ricca di frutta e verdura, aiuta a mantenere la diversificazione del microbiota, in quanto le diverse specie di batteri necessitano di sostanze differenti.

Gli alimenti che contengono fermenti lattici vivi, come lo yogurt o il kefir si sono dimostrati molto utili.

Ancora di più, l’inserimento di un buon apporto di fibre è essenziale per mantenere in salute il microbiota. Le fibre, infatti, svolgono una naturale azione prebiotica, ovvero nutrono e forniscono energia ai microrganismi che compongono il microbiota. Al contrario, gli alimenti lavorati e quelli ricchi di grassi così come gli zuccheri e i dolcificanti artificiali possono portare a una riduzione della diversità del microbiota.

Sonno a sufficienza

Sappiamo già come il sonno, o la mancanza di questo, si ripercuotano sul nostro umore e sul nostro livello di energia, ma ora sembra che il sonno possa influire anche sulla composizione e diversità del microbiota.

Alcuni studi hanno dimostrato che chi dorme bene ha un microbiota intestinale maggiormente diversificato. Al contrario, una scarsa qualità del sonno è stata associata a una ridotta diversità.

Seguire buone abitudini per favorire il sonno regolare e ristoratore, ad esempio andando a letto a orari regolari ed evitando la caffeina e l'uso di dispositivi elettronici la sera tardi, potrebbe quindi contribuire a mantenere l'intestino sano.

Limitare lo stress

I problemi di digestione, siano essi sotto forma di indigestione, mal di stomaco, diarrea o stitichezza, sono spesso la spia di ansia e stress. La ricerca indica che lo stress non solo indebolisce le pareti intestinali, ma può anche influire sulla composizione e la funzionalità batterica nell'intestino. Per tenere sotto controllo lo stress, trova i metodi più adatti per te. In caso, puoi optare per lo yoga, il contatto con la natura, la pratica della mindfulness o della meditazione.

Attività fisica regolare

Oltre agli effetti positivi dell'esercizio fisico sul corpo e sull'umore, la ricerca mostra anche che mantenersi attivi può contribuire a diversificare maggiormente la flora intestinale, a potenziare la funzionalità immunitaria e a ridurre il rischio di disturbi e patologie gastrointestinali. Inoltre, è stato dimostrato che l'attività fisica riduce lo stress e aiuta a dormire meglio, che, come abbiamo accennato nei paragrafi precedenti, sono due fattori molto importanti per la promozione della salute dell'intestino.

Integrazione di probiotici

L’integrazione di probiotici si è dimostrata utile per favorire l’equilibrio della flora intestinale. In particolare, se assunti regolarmente ogni giorno possono accelerare i tempi di recupero del microbiota dopo una sua alterazione.

Ad esempio, in seguito all’assunzione di antibiotici possono essere necessari anche mesi perché il microbiota ritorni alla normalità. In tale situazione l’assunzione di probiotici può essere un utile supporto per il benessere intestinale e, in particolare, numerosi studi hanno evidenziato che dopo la terapia antibiotica l’integrazione di probiotici è utile per far tornare in forma il microbiota più velocemente.

In tal caso, i probiotici possono essere assunti anche durante la terapia distanziandoli di almeno 2 ore dall’antibiotico, al fine di mantenere abbastanza vitale l’ambiente intestinale. Ovviamente, non è sempre facile o possibile cambiare drasticamente le nostre abitudini di vita.

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