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Che cosa succede nell'intestino?

Più la scienza studia i microbi che vivono nel nostro organismo, più cose scopre rispetto all'influenza della flora intestinale su molti aspetti della nostra salute e del nostro benessere generale. Ma che cosa succede davvero nell'intestino? Chi fa cosa? E come si collegano tutte queste azioni?

Prima di rispondere a queste domande, però, occorre fare un piccolo passo indietro, andando a comprendere meglio cos’è l’intestino e quali sono le sue funzioni principali.

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Cos'è l'intestino e quali funzioni svolge

Il tratto gastrointestinale è costituito da una serie di organi cavi che parte dal cavo orale e passa attraverso l'esofago, lo stomaco, l’intestino e dal tenue al crasso per arrivare fino all'ano.

La sua funzione è quella di digerire gli alimenti scomponendoli, trasformando carboidrati, proteine e grassi in molecole più piccole e liberando dai cibi le vitamine, i minerali e altri nutrienti essenziali.

L’obiettivo è rendere tutto questo “carburante” idoneo all’assorbimento e disponibile per la “macchina uomo”.

Già nella bocca inizia la digestione dei vari alimenti con la formazione del bolo alimentare che passa poi nello stomaco, la cui acidità permette un’ulteriore scomposizione dei cibi.

Ma è nell’intestino che si compie non solo la definitiva digestione dei residui alimentari, ma anche l’assorbimento dei nutrienti di cui il nostro organismo ha bisogno per compiere le sue normali funzioni.

Nella parte iniziale dell’intestino, il digiuno, il processo digestivo è supportato da due importanti organi, il pancreas e il fegato.

In particolare, il pancreas aiuta la digestione rilasciando gli enzimi digestivi mentre il fegato favorisce da una parte l’eliminazione degli scarti metabolici e dall’altro produce la bile, essenziale per favorire l’assorbimento dei grassi.

Quello che non viene assorbito nella parte iniziale dell’intestino, procede un lungo cammino nei suoi 400 m2 di superficie per essere ulteriormente processato.

Nel corso della vita, il nostro intestino arriva a digerire circa 35 tonnellate di cibo, assicurandoci che le preziose sostanze nutritive contenute nei cibi che assumiamo entrino in circolazione nel sangue e che le scorie siano espulse in modo efficace.

Nello svolgere le sue funzioni, però, questo organo è sostenuto dal microbiota, un ecosistema di diversi microrganismi che hanno trovato proprio nell’ambiente intestinale il loro habitat.

Differenza tra intestino tenue e crasso

L’intestino è diviso principalmente in intestino tenue – o piccolo intestino – e intestino crasso – o grande intestino.

Queste 2 parti dell’intestino si diversificano per struttura, funzioni metaboliche e concentrazione del microbiota.

In entrambe, però, i vari microrganismi sostengono il processo digestivo e l’assorbimento dei nutrienti, svolgendo un ruolo metabolico essenziale per l’uomo.

All'interno dell’intestino infatti, i batteri svolgono un ruolo importantissimo nella scomposizione degli alimenti che il nostro corpo non è in grado di digerire autonomamente.

Intestino tenue

L’intestino tenue rappresenta la prima parte dell’intestino subito dopo lo stomaco, è lungo 5 metri e, a sua volta, è diviso in 3 parti, ovvero il digiuno, il duodeno e l’ileo.

Lungo questi 5 metri di intestino continua la digestione nel digiuno con l’aiuto di pancreas e fegato e poi nel duodeno e nell’ileo, ricchi di villi e microvilli che ne aumentano la superficie, avviene l’assorbimento della maggior parte dei nutrienti essenziali.

La concentrazione di microrganismi arriva a un massimo di 109 unità, solo il 30% di tutto il microbiota.

Gli studi hanno evidenziato che diverse specie di microrganismi possono sostenere la digestione di lipidi, proteine e zuccheri sia favorendo l’idrolisi di queste molecole che liberando enzimi digestivi che l’intestino di per sé non produce.

Inoltre, il microbiota dell’ileo supporta i processi di assorbimento dei vari nutrienti.

Intestino crasso

L’intestino crasso, con i suoi 170 cm di lunghezza e 7 cm di diametro, è la parte di intestino adibita al riassorbimento di acqua ed elettroliti (circa 1,5 litri al giorno) e alla formazione delle feci.

È anche il tratto dell’intestino in cui si concentra il 70% del microbiota, fino a ben 1014 microrganismi, e proprio a questi si deve l’elevata attività metabolica che distingue questa parte dell’intestino.

In particolare, nel crasso, un vero e proprio bio-fermentatore, avviene la fermentazione e digestione dei carboidrati indigeriti, fibre e amidi che vengono trasformati in acidi grassi a catena corta (SCFA o Short Chain Fatty Acid), ovvero butirrato, propionato e acetato, che sono fonti ricche di energia sia per l'ospite che per altri batteri buoni.

Inoltre, nel crasso alcuni batteri sintetizzano nutrienti come la vitamina K e la B12 e producono oltre il 90% della serotonina e una parte della melatonina presenti nell'organismo.

Infine, favoriscono l’assorbimento di ioni e la degradazione degli xenobiotici e altre sostanze potenzialmente tossiche.

Il microbiota però non si limita a svolgere solo una funzione metabolica per l’uomo, ma fa molto di più a sostegno della nostra salute.

I batteri e l'intestino: l'importanza di una coesistenza

L'intestino ospita migliaia di miliardi di microrganismi piccolissimi, la maggior parte dei quali sono batteri ma sono presenti anche miceti, virus e persino eucarioti unicellulari.

Si ritiene che nell'intestino di ognuno di noi vivano dalle 300 alle 500 circa delle oltre 1000 specie di batteri che sono state identificate finora.

Tutti questi microrganismi abbiamo visto che costituiscono il microbiota intestinale.

Gli studi sulla composizione del microbiota hanno evidenziato che l’intestino sano ospiti principalmente Firmicutes (tra cui sono presenti i Lattobacilli) e Bacteroidetes, seguono poi Actinobacteria (in particolare Bifidobacteri), Proteobacteria, Verrucomicrobia e Archea.

In ogni caso, la composizione del microbiota intestinale di ognuno di noi è assolutamente unica, come le nostre impronte digitali. Addirittura, è possibile che due persone non abbiano nemmeno un ceppo di batteri in comune.

Questa popolazione di batteri ha trovato nel nostro intestino l’ambiente ideale dove vivere e si è così instaurato un rapporto mutualistico essenziale in cui entrambi collaborano per la salute e la sopravvivenza dell’altro.

L’uomo fornisce ai componenti del microbiota un ambiente in cui vivere e nutrimento, dall’altra parte i “batteri buoni” svolgono 3 funzioni essenziali per la nostra salute, metabolica, strutturale e protettiva.

#1 Funzione metabolica

Abbiamo già ampiamente illustrato la funzione metabolica del microbiota, un’attività che supera quella del fegato, l’organo più metabolicamente attivo dell’organismo. Adesso vediamo le altre 2 funzioni.

#2 Funzione protettiva

• Svolgono un effetto barriera contro gli agenti patogeni;

• Limitano la proliferazione di batteri potenzialmente dannosi, sia quelli provenienti dall’esterno che quelli con cui convivono nell’ambiente intestinale;

• Modulano la risposta immunitaria locale, azione importantissima se si pensa che l’intestino è una delle prime linee di difesa dell’organismo umano.

#3 Funzione strutturale

• Mantengono sane e funzionali le pareti e le membrane intestinali, contribuendo a garantire la loro forza e salute. La parete intestinale ospita infatti il 70% delle cellule che compongono il sistema immunitario;

• Controllano la proliferazione e la differenziazione delle cellule epiteliali;

• Sostengono lo sviluppo e l’omeostasi del sistema immunitario.

Ricorda, la coesistenza tra uomo e microbiota è fondamentale, ma perché sia felice è importante sostenere la biodiversità e l’equilibrio del microbiota, condizioni essenziali per mantenerlo sano e favorire al tempo stesso la nostra salute.

L'importanza della diversità batterica e dell’equilibrio del microbiota

Un intestino sano, quindi, ospita una variegata comunità di batteri molto attivi e dai mille talenti che comunicano, collaborano e competono gli uni con gli altri per assicurare il mantenimento dell’equilibrio del loro ambiente e la nostra salute, impegnati in una coesistenza che è a favore di entrambi.

Al contrario, quando questa diversità diminuisce (per esempio a seguito di cambiamenti nell'alimentazione, stress cronico, o farmaci come gli antibiotici) questa armonia perfetta può venire meno.

Ciò può portare a disbiosi, ovvero alterazioni della composizione del microbiota in termini di numero e di tipo di microrganismi.

La disbiosi a sua volta è la causa di problemi gastrointestinali come gonfiore, flatulenza, stitichezza, diarrea, alitosi e bruciore di stomaco, oltre a influire sul sonno, sull'umore e sulla pelle.

Ci sono molti modi per sostenere la diversità batterica del microbiota.

Per esempio, seguire un'alimentazione varia, ricca di frutta e verdura e povera di zuccheri e cibi industriali, dormire a sufficienza e ridurre lo stress, o fare regolare attività fisica e trascorrere più tempo all'aria aperta sono fattori che si ritiene possano influire positivamente sull'equilibrio della flora intestinale.

Inoltre, può essere utile integrare una sufficiente quantità di vitamine in grado di rafforzare l'intestino e il sistema immunitario. È vero che l’alimentazione ci dovrebbe fornire buona parte delle vitamine di cui abbiamo bisogno, ma a volte può non essere sufficiente perché povera di frutta e verdura, oppure perché stiamo vivendo situazioni che ne aumentano il fabbisogno, ad esempio in caso di stress.

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